mercoledì 3 dicembre 2014

Ossessione iatrogena


Siamo certi che gli interventi educativi siano sempre utili? Negli ultimi anni nelle scuole si è fatto di tutto: educazione alimentare, sessuale, affettiva, prevenzione dell’Aids, educazione stradale e così via. Pochi si sono presi la briga di verificare l’esito di tali interventi. L’insorgenza di fenomeni paradossi, vale a dire un incremento dei comportamenti che si vorrebbero prevenire, è un fenomeno ampiamente descritto nella letteratura scientifica. Sono gli interventi educativi centrati sul problema. Fumo, droga, alcool e così via. Alcuni sono finalizzati addirittura ad eliminare la paura che, nella realtà, può risultare protettiva. Spesso si insiste sui problemi ingenerando atteggiamenti ossessivi. E’ il caso ad esempio dell’educazione alimentare che “perseguita” dalla scuola materna fino alle superiori. Ossessività dei messaggi che nei soggetti più fragili può ingenerare comportamenti di restrizione dietetica. (Gordon ha descritto anoressie da “imitazione”). A volte si assiste all’indegna rappresentazione della presenza nelle conferenze se non addirittura nelle aule scolastiche, di ex-tossicodipendenti che illustrano il loro percorso e come ne sono usciti. Tralasciando l’obiettivo propagandistico di qualche comunità che si nasconde dietro queste iniziative, viene certamente da chiedersi quale sia stato l’esito di tali percorsi se poi l’identità di una persona rimane comunque ancorata a quel mondo. O si è tossicodipendenti o non lo si è. Ex - tossicodipendente è e rimane un marchio d’identità. Sarebbe auspicabile adottare interventi educativi finalizzati al potenziamento dei fattori protettivi e a risvegliare la domanda spirituale di ognuno (educatori compresi). Il caso che segue è forse unico nel suo genere ma rende appieno il concetto che ogni intervento, anche nei suoi aspetti particolari, va adeguatamente ponderato.

giovedì 28 febbraio 2013

Earth Counseling

Il mondo attuale necessita di un counselor. Titolo paradossale che entra nel cuore di un problema che va oltre un’indagine psicosociologica. La discussione sulla condivisione dei valori ci porta lontano, scende nei sottili meandri nascosti della cultura. A titolo esemplificativo appare facile a noi occidentali esprimerci nel senso dei diritti umani, della tutela delle minoranze, ma fino a quanto il valore della vita umana è estensibile ad altre culture?

giovedì 12 luglio 2012

Autostima ed educazione alla salute: uno studio longitudinale caso-controllo


Introduzione

Negli ultimi anni le ricerche scientifiche nell’ambito dei comportamenti a rischio hanno spostato il target dallo studio dei fattori di rischio a quello dei fattori protettivi (Jessor R., Donovan J., Costa F., 1991). Ciò appare logico se si pensa che su numerosi fattori di rischio la capacità di incidere è alquanto limitata ( ad es. uno stato di povertà , uno scarso controllo familiare , la stessa propensione al rischio dell’adolescente ) ed inoltre molte esperienze preventive hanno dato scarsi risultati (si veda a titolo di esempio la meta-analisi di Rooney e Murray del 1996 sui programmi contro il tabagismo e lo studio di Aveyard e coll. del 1999). La ricerca ( Resnick,  Blum, Harris, 1992 – Nunez, Blancharel,1992 – Jessor, 1993) ha identificato numerosi fattori di protezione: famiglia coesa, risorse nel vicinato, alta intolleranza alla devianza, successo scolastico, coetanei con comportamento convenzionale, strategie attive di coping, senso di autoefficacia (Bandura, 1995), religiosità, buona autostima. La presenza di fattori protettivi pare esercitare un effetto “tampone” sui comportamenti problematici pur in presenza di numerosi fattori di rischio. La capacità di far fronte alle difficoltà (resilienza) (Rutter, 1990) si costruisce nelle esperienze che favoriscono un sentimento di valorizzazione del sé e di nuove realtà realizzanti (concetto espresso da Maslow nel lontano 1959) e ciò può avvenire quando l’individuo sperimenta spazi simbolici affettivi , cognitivi ed esistenziali nei quali poter elaborare una risposta personale e creativa al mistero della vita (Brera G.R., 1994).


martedì 14 febbraio 2012

Social Network

E’ un dato di fatto che i Social Network stiano riscontrando un enorme successo. Facebook ad esempio è il secondo sito web visitato dopo Google. E’ incontestabile che se utilizzati cum grano salis abbiano una loro utilità: ritrovare amici, parenti o compagni di scuola sparsi nel mondo, scoprire gruppi od associazioni di nostro interesse e così via. Ma rappresentano anche un luogo competitivo dove è presente una sottintesa corsa per inventarsi più amici. Utilizzo il termine “inventare” perché è evidente che l’amicizia in un social network non ha la valenza di un amicizia de visu.

mercoledì 9 novembre 2011

Narcisismo

Narciso nell’omonimo mito si innamora della propria immagine riflessa in uno stagno. Un’innamoramento destinato a soccombere al dolore per l’impossibilità di realizzazione. Narciso è simbolo del rifiuto della relazione con l‘altro visto quale invasore e distruttore del proprio io. L’innamoramento di sé preserva da tale contaminazione e consente di evitare il confronto con l’altro. L’amore verso gli altri richiede infatti la consapevolezza dei propri limiti e del bisogno del loro amore.

giovedì 15 settembre 2011

Le dinamiche gruppali in un gruppo di discussione

Il gruppo possiede una propria fisionomia e identità. Conoscere le dinamiche gruppali è fondamentale perché l'attività didattica si struttura in relazione ed all'interno del gruppo. Uno degli aspetti più interessanti è certamente legato ai fenomeni inibitori che si manifestano in seno ad un gruppo di discussione. Condurre un gruppo di discussione è effettivamente uno dei compiti più difficili che attendono un supervisore e conseguentemente diventa strategico e cruciale conoscere ciò che può ostacolare il lavoro ed il raggiungimento degli obiettivi. Chi fa parte di un insieme è teso alla ricerca di un equilibrio tra istanze individuali ed esigenze del gruppo. Sentirsi appartenere ad un gruppo in virtù di un "credo" comune" agevola questa ricerca d'equilibrio.

mercoledì 6 luglio 2011

Happy Hour

Emo
Truzzi
Paninari
Metallari
Dark
Skinhead
Punk
Gothic Lolita
Technofolli
Punkabbestia
Raver

Sono solo alcuni dei gruppi adolescenziali che hanno attraversato gli ultimi decenni a partire dagli anni 60.